NIENT’ALTRO CHE AMARE: RECENSIONE DI GABRIELLA PARISI – DIARIO DEI PENSIERI PERSI

diario dei pensieri persi

Il Diario dei Pensieri Persi è un bellissimo blog letterario. Di quelli che quando navighi in rete e ti ci imbatti per caso, ti fa fermare e  pensare “cavolo, come mi piacerebbe essere recensita da loro!”. E il fatto di esser stata recensita e con tale positività, veramente, è una di quelle cose che ti fa affrontare la giornata diversamente, con il sorriso sulle labbra. Grazie a Gabriella Parisi per avermi letta e soprattutto recensita così bene. Commossa e stupita, io.

Nient’altro che amare di Amneris Di Cesare: la storia de‘a Zannuta

Pubblicato da Gabriella Parisi
Cari Lettori,
vi parlo oggi di un romanzo breve ma intenso che, pur essendo un romanzo d’esordio, fa pensare alle grandi voci della letteratura italiana.Nient’altro che amare di Amneris Di Cesare parla di una donna la cui vita è segnata fin dalla nascita, per il solo fatto di essere nata donna in un paesino gretto e meschino, dove gli uomini sono padroni incontrastati a cui è consentito ogni abuso.
Autore: Amneris Di Cesare
Titolo: Nient’altro che amare
Casa Editrice: Cento Autori
Collana: Palpiti
Pagine: 120
Prezzo: € 11,00
Data pubblicazione: 29 maggio 2012
Trama: È la madre a darle quel soprannome, ‘a zannuta. Una madre che non l’ha mai amata per via di quei denti sporgenti che le danno un’espressione che vagamente ricorda quella di una coniglia. Non l’ha mai difesa da un padre violento e ubriacone che, come tutti in paese, l’ha sempre considerata una ciòta, una stupida, una che non serve ad altro che a divertire gli uomini, grazie al corpo maledettamente sensuale che si ritrova. Ma Maria non sarà mai come lei. Amerà i suoi figli, tutti, indistintamente e nonostante li abbia avuti, spesso, dopo aver subito violenza. Perché come l’animale a cui assomiglia, Maria è prolifica, forte e mansueta. Ma non provate a portarglieli via, quei figli. Perché come i conigli, Maria sa mordere. La vita come l’amore. Perché Maria è una che ama, una che non sa fare nient’altro che amare.
RECENSIONE
La vita di Maria ‘a Zannuta è decisa fin dalla nascita: la madre la segna con quel nome che le resterà appiccicato per tutta la vita, il padre la considererà un essere inferiore solo perché donna (capiddri longhi cirveddru curtu); per lui e per tutti sarà ‘a ciota, la stupida.

Al paese mio, un soprannome è per la vita, e può perseguitarti, può condizionare il tuo destino e persino scriverlo. Zannuta fu il mio e da quel momento non mi ha mai più abbandonato. In qualche momento mi ha fatto persino compagnia.

Cresciuta negli anni sessanta in un piccolo paese della Calabria, Maria segue il suo destino di figlia non amata da entrambi i genitori. Gli uomini, brutali animali senza leggi e senza sentimenti, si approfitteranno di lei e del suo corpo sensuale fin da giovanissima, certi che resteranno impuniti perché uomini; perché le donne sono tutte sgualdrine, che siano consenzienti o che vengano prese con la violenza. E Maria non si ribellerà mai e li lascerà fare, perché sa che la sua voce non avrebbe alcun peso. Rimasta incinta dopo la prima violenza, Maria si vedrà levare il figlio, Rosario, da suo padre, che lo cederà al padre della creatura in cambio di un furgoncino. Consapevole di non poter più vivere con i genitori dopo questa crudeltà, la ragazza andrà via di casa.

Mi lasciava andare per togliermi dai piedi e avere casa libera per la sua intimità. E la generosità che mostrò in quel momento, deve esser davvero stato tutto l’amore che era riuscita a racimolare e regalarmi: quattro grembiuli e un maglione, di lana, per la stagione più fredda. Mio padre non mi avrebbe dato neppure quelli, ma in quel momento non c’era. E lei mi salutò sulla porta, agitando una mano e aspettando che io fossi sparita alla sua vista per rientrare.

<<<<continua >>>>

 

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