Avevo 16 anni, innamorata di un ragazzo francese a Annecy Le Vieux, Haute Savoie, dove ero andata a migliorare il mio francese. Tutti i soldi della paghetta li spesi in LP di vinile: Jacques Brel, Edith Piaf, George Moustaki. Questa canzone è stato il sottofondo di un amore giovanile, estivo, intenso come solo gli amori d’estate dell’adolescenza possono essere, illuminati dal brillio del sole sull’acqua appena increspata del lago d’Annecy. Un disco che ascoltai fino alla nausea nei mesi successivi, tra lettere scritte a penna e sogni che poi si spersero nella nebbia del tempo. Ieri Don Gallo, oggi Moustaki. 😦
Quando avevo quattordici anni lui aveva già la barba grigia. Ricordo che dicevo a mia madre: quando sarò grande voglio farmi crescere la barba come lui, e voglio andare in moto come lui (che aveva una Honda).
Ho la barba grigia come lui, non sono andato in là di una motoretta scassata.
Sapevo a memoria le sue canzoni tradotte in italiano. Son cresciuto ascoltando lui e De André.
Addio, faccia da straniero