Mano a mano che Xfactor7 si inoltra in puntate sempre più emozionanti e intriganti, la popolarità e la curiosità nei confronti di Mika aumenta.
Tutti oggi, con la sua partecipazione a XFactor7 Italia, sembrano accorgersi e scoprirlo. E’ di qualche giorno fa l‘articolo di Selvaggia Lucarelli che rimbalzando in rete da social network a blog ha fatto “scalpore”. A soffiare ancor di più sul fuoco, il servizio (meraviglioso) fotografico di Vanity Fair e la lunga intervista che Mika ha rilasciato, dove parla di sé, della sua famiglia, dei suoi progetti e… della sua lunga relazione con il compagno, il cui nome è ancora misterioso, e che vuole proteggere dall’assalto e dalla curiosità morbosa di fan e di media.
Insomma, Mika è esploso, è stato “scoperto” dagli italiani. Apparentemente, perché c’è chi, come me, (ma assolutamente molti altri prima di me!), segue Mika già da tempo. In tantissime/i in Italia (e ovviamente nel mondo) addirittura lo seguono, proprio letteralmente, fisicamente, fin dai primi giorni della sua “nascita” come pop star, nel 2007, all’uscita del primo album Life in Cartoon Motion, assistendo alle sue performance in giro per i suoi concerti nel mondo.
Di Mika, oggi, data la simpatia che sprizza e spande attraverso il tubo catodico, si parla ovunque, si raccontano i tratti salienti della sua vita, si mettono in evidenza caratteristiche e qualità davvero interessanti. Ma ogni informazione che viene data è comunque approssimativa, frettolosa, spesso inesatta o non completa. Perché su Mika si potrebbe parlare per giorni. Pur giovanissimo infatti (ha compiuto 30 anni lo scorso 18 agosto) è già così tanto e ha fatto così tante cose che si potrebbe scrivere su di lui un libro.
Cosa che personalmente io mi auguro lui stesso faccia presto, che scriva presto una sua autobiografia. La sua vita, il suo carattere e la sua ipercinesi sono davvero affascinanti.
Di Mika ho già parlato in questo post e in quest’altro. E qualcosina di Mika c’è anche qui, giusto per far capire quanto sia forte la mia “ossessione” per questo giovane talentuosissimo artista.
E questo è un pezzo che non ho mai voluto pubblicare ma che scrissi di getto già più di un anno fa (se non lo faccio oggi, mi sa tanto che non lo farò mai più, per cui ve lo regalo, esattamente così come l’ho confezionato, con errori di battitura, sintassi, ortografia, grammatica analisi del periodo e tutto il resto 😉 ):
Il 5 febbraio del 2007, esattamente sei anni e mezzo fa, usciva in Inghilterra Life in Cartoon Motion, album da cui proviene una canzone destinata a diventare in pochissimo tempo non solo il tormentone estivo per eccellenza di quegli anni, ma una hit internazionale, tra le più amate e ascoltate. Sottofondo musicale di spot pubblicitari di mezzo mondo, Grace Kelly infatti ancora oggi introduce e chiude molte delle sessioni sportive ed eventi sociali in svariati momenti della nostra vita. Il ritmo giocoso, la melodia spensierata non possono non aver contagiato anche il più timido e pallido degli ascoltatori. E sicuramente non sarà passato inosservato il suo creatore e performer, Mika, al secolo Michael Holbrook Penniman Jr. Un bellissimo ragazzo dai tratti gentili, un sorriso adorabile e contagioso, una leggiadria nei movimenti e un’energia indomabile ma, soprattutto, una modestia inusitata. Sì, modestia, umiltà, parole che mal si coniugano con quelle di “successo”, “popolarità”, “fama” e “talento”. L’iconografia classica vuole infatti per ogni Genio, un atteggiamento sregolato, un comportamento eccessivo e invece Mika non è niente di tutto questo. Anche nelle prime interviste che hanno avuto seguito l’immediata popolarità scaturita dal successo della prima hit, Grace Kelly, e richieste da ogni dove nel mondo, Mika non si risparmia e soprattutto non nasconde particolari della sua vita che fanno di lui un personaggio, oltre che un giovane artista dal talento impressionante e il tutto condito da una semplicità disarmante.
Già scrutando un po’ nella sua storia personale si scopre come Mika sia un personaggio degno di entrare da protagonista tra le pagine di un romanzo d’autore: nato in una Beirut sotto assedio nel 1983, ancora molto piccolo è costretto a trasferirsi con la sua famiglia a Parigi a causa della guerra civile libanese; sette anni più tardi, in seguito al rapimento del padre durante la Prima Guerra del Golfo e al suo trattenimento per quasi sette mesi presso l’ambasciata americana in Kuwait, insieme alla famiglia sarà costretto a trasferirsi nuovamente e questa volta in Inghilterra. Per Mika adolescente sarà dura ambientarsi nella nuova realtà londinese.
“Mio padre non c’era e mia madre, ogni volta che le cose si mettevano male, accendeva la radio e ci mettevamo a cantare e saltare come se facessimo le prove di un’opera lirica. Anche quando abbiamo vissuto per due anni nella stanzetta di un bed and breakfast a Londra sopravvivevamo grazie alle nostre fantasie. Così funziona la testa di chi si sposta spesso. Crea un mondo che si porta con sé a ogni viaggio.”
Intervista a Io Donna 19 giugno 2010
Mostra infatti già su di sé i tratti inconfondibili di una personalità non convenzionale e la predilezione per un atteggiamento e abbigliamento fuori dagli schemi lo portano ad attirare troppo spesso l’attenzione malevola dei compagni di scuola che ne fanno oggetto di scherno e di veri e propri atti di bullismo. Anche a causa di seri problemi di dislessia che il giovane Penniman supererà in parte solo dopo i 17 anni, la madre decide di toglierlo dalla scuola e di fargli frequentare lezioni di canto e di pianoforte privatamente, a casa, per oltre sette mesi. Mika ha infatti difficoltà a leggere il pentagramma e le partiture musicali, cosa che però non gli impedisce di comporre e cantare. È dotato infatti di un’estensione vocale tale da permettergli di destreggiare sia le tonalità più basse sia di cantare addirittura in falsetto. Per questa sua caratteristica, è stato più volte paragonato a Freddy Mercury, Michael Jackson, Scissor Sisters.
Mika è un eclettico alla continua ricerca di musicalità proprie: compone e scrive canzoni fin da piccolissimo (la sua prima canzone la scrive a 7 anni, tra i 9 e gli 11 anni scrive jingle pubblicitari per grosse aziende quali la Orbit Chewing Gum e la British Airways), e l’educazione musicale classica influenza moltissimo il suo background culturale. Mika infatti frequenta prima la St. Philip’s School in Kensington dove in breve diventa il capo della Schola Cantorum (il coro della St. Philip) e successivamente il Royal College of Music che lascerà per dedicarsi interamente alla sua carriera professionale da solista. La sua capacità canora lo porta a cantare opera lirica in più concerti tra cui il Pilgrims Progress della Royal London Opera House di cui è rimasta la registrazione del suo intervento nell’atto 4
La sua voce è stata valutata con un range di tre ottave e mezza.
Inquieto e in continua ricerca, Mika scruta il mondo musicale e soprattutto il proprio mondo interiore alla ricerca di una identità personale e artistica, componendo e scrivendo melodie che poi registra amatorialmente e pubblica in video MySpace. Prova anche a partecipare a un talent show musicale ma viene bocciato alle selezioni in quanto “la sua voce e la sua musica sono troppo strane, poco consone alle richieste commerciali del momento”.
Nel 2006 viene notato da un produttore discografico che gli propone di incidere un disco. Grace Kelly è il primo singolo che immediatamente schizza ai primi posti della hit parade inglese e si conferma hit anche in altri paesi europei e del mondo, mentre in Italia ottiene ottimi riscontri dopo la partecipazione di Mika al Festival di Sanremo di quell’anno. Ottenuto il successo, Mika confesserà di aver scritto Grace Kelly per dar seguito al suo senso di frustrazione dovuto proprio al fatto che i discografici non accettando la sua musica, giudicata troppo “strana” e particolare, tendevano a imporgli di omologarsi ai canoni commerciali delle Major Internazionali e al sound pop più in voga in quegli anni. Mika ribellandosi, ha saputo dimostrare di avere avuto ragione a non volersi omologare.
Nel giugno 2007 esce il secondo singolo Relax (Take It Easy), e quindi Happy Ending, Love Today e Big Girl (You Are Beautiful) confermando il successo iniziale e arrivando a vendere svariati milioni di dischi. Dal 2007 al 2009 Mika trascorrerà il suo tempo in un Tour Mondiale dando concerti che vedranno un’affluenza di fan incredibile, e lasciandogli poco tempo per comporre e scrivere le canzoni per il nuovo album, The Boy Who Knew Too Much, che uscirà nel settembre del 2009. Di questo album, i singoli di maggior successo saranno: We are golden, Rain, Blame it on the girls. I risultati di vendita saranno sorprendentemente buoni anche se in tono minore rispetto a quelli del precedente album.
È Il successo pressoché planetario, quello per Mika. Un successo che riscatta gli anni bui trascorsi a farsi forza e a superare le angherie dei compagni, a dimenticare gli episodi di bullismo.
Ero il soggetto preferito dei bulli. Vestivo bizzarro, ero dislessico e molto timido. Facevo di tutto per essere popolare, ma non funzionava. Allora mi sono detto: “Devo trovare un modo perché la mia stranezza lavori per me, invece di distruggermi”. Mia madre era molto preoccupata in quel periodo, mi diceva: “Tu, o finisci in galera o diventi molto speciale”.
Intervista a Io Donna, 19 giugno 2010
Il piccolo Michael aveva capito che non c’erano alternative al bullismo: bisognava saper resistere e fare delle proprie fragilità la propria forza, il proprio valore aggiunto. E così è avvenuto. Mika oggi è una Star, osannata e celebrata, richiesta in tutte le parti del mondo, milioni di fan fanno la fila alla fine dei suoi concerti per strappargli un autografo, una parola, un sorriso. Ma fama e successo a parte, chi è veramente Mika, e soprattutto cos’è che lo rende così speciale? Perché speciale lo è sul serio. Parola di scout!
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