Esistono tanti modi per avvicinarsi a un popolo: studiarne la lingua, leggere la letteratura e la poesia di quel paese, guardare i film dei cineasti più quotati e, ovviamente, imparare a cucinarne le ricette tradizionali più popolari.
Però, per paesi asiatici quali il Giappone, per esempio, non è subito facilissimo. La lingua, gli usi e i costumi, la letteratura, la musica, la cultura e la storia di questo paese sono così vaste da rendere impossibile un’operazione simile in pochi mesi di studio. Anni e anni di approfondimento e non si riesce ad acquisirne una visione neppure lontanamente completa, figuriamoci la lettura di quattro manga, e la visione di due o tre film. Per non parlare poi della lingua e della grafia. Mission impossible.
E allora ecco un metodo raFFaZZonatissimo: “ZEN MOOD ON“, ovvero “sentirsi asiatici (o anche solo un po’ giapponesi)” tutti i giorni, aggiungendo qualcosa di empatico ai nostri gesti abituali. Ecco che un risotto ai funghi impiattato in una boule piccola anziché in un normalissimo piatto fondo, e degustato con due “chopstick” prelevati dal figlio minore alle elementari in una gita scolastica che prevedeva una sosta al ristorante cinese, fa subito “Giappone” anche se il paese del Sol Levante è molto ma molto lontano da qui.
Le infradito indossate con le calze, faranno poco “geisha” ma uno con un po’ di fantasia, ci può arrivare lo stesso a sognare un kimono e uno SAKURA BLOOMING.
Se poi vai a casa da un’amica e scopri che ti ha preparato una cena a base di piccole porzioni di bontà in una forma che vagamente rassomiglia a un piatto coreano, basta aggiungere due ferri da calza per fare subito “GangGNAM Style“.
Insomma, “ASIAN MODE ON” o se volete, appunto “ZEN MOOD ON”