#DramaDifference
Ci pensavo oggi a tavola, mentre guardavo il tiggì: sono innamorata di un Drama (Healer) Coreano che ha come argomento principale il giornalismo d’assalto, la libertà di stampa, la manipolazione dei media, i giochi di potere portati avanti attraverso l’alterazione dei fatti e della verità. Protagonisti di una delle più belle storia romantiche fino a ora mai lette/viste, sono due giovani, figli di alcuni componenti di un gruppo di cinque amici, all’epoca fraterni, che, idealisti e ribelli, negli anni ’80 provano a veicolare notizie che altrimenti sarebbero insabbiate attraverso una rete di informazione pirata, rischiando l’arresto e la vita stessa, scappando dalla censura politica di quel periodo. Agli inizi degli anni ’90, due di loro trovano la morte e l’unica donna del gruppo, in seguito a uno spaventoso incidente provocato dal quarto amico, perde per sempre l’uso delle gambe e quel che è peggio, l’unica figlia, per vent’anni creduta morta, ma invece scampata alla tragedia.
La ragazza, ormai diventata una donna, ignara della professione e degli ideali dei genitori, sogna di diventare una reporter come il suo “idolo”: ha infatti sul letto, in camera, un poster di Oriana Fallaci, là dove sue coetanee magari esibiscono il poster di Justin Bieber o degli One Direction. (e sottolineo il fatto che, contrariamente a noi italiani, in Corea esiste un programma di grande visibilità che celebra il giornalismo di qualità, e cita la nostra Oriana Fallaci).
Il ragazzo, abbandonato dalla madre dopo la morte violenta del padre, invece è un “corriere”, “una spia” che ruba segreti industriali, e che può essere contattato solo attraverso un centro smistamento gestito da una hacker di prima grandezza che lo coadiuva nelle sue imprese spericolate. E’ famoso quanto misterioso, e conosciuto ai media e alla polizia del web con il suo nome di battaglia, Healer. Imbattibile, imprendibile si lascerà catturare dal fascino discreto di una ragazza normale, che lotta per far affiorare la verità e impedire a una donna di suicidarsi per la vergogna di esser stata violentata e umiliata da un ricco e potente uomo politico.
Una spy story romantica con punte di realismo e amarezza.
Una fiction castissima: solo due baci (a stampo!)* sulle labbra e due abbracci in 20 puntate.
(quando scrivevo quest’articolo ero nel bel mezzo della visione del drama. I baci poi sono diventati parecchi e tutt’altro che casti, e tutt’altro che “a stampo”, e c’è pure un accenno a un momento intimo dei due amanti a letto insieme – oddio! – ma di certo niente a che vedere alle truculente passate e ripassate tra le lenzuola delle fiction italiane, che a confronto fanno sembrare, comunque, questo drama più casto di un pomeriggio in oratorio in un convento delle carmelitane!)
Serena M. Babacetto, contenta?
E mentre sto guardando passare le immagini dei NoTAV, mentre si parla del processo a Erri De Luca, mio marito fa zapping e lo stacco è sulla prossima fiction/spy story tutta in salsa Italiana: lei, sposata con lui, si rotola tra le lenzuola di un ex ancora innamorato e ha la rivelazione che il marito è corrotto. Soldi, miliardi, intrighi, potere.
Zapping di nuovo sui NoTav e su attivisti della Lav. (Ho un marito impaziente e fastidioso, lo so…)
Mai che gli autori italiani pensino a una fiction in cui ci sia una storia romantica tra una ragazza “normale”, e un attivista, un black block, un ragazzo dei fatti di Genova. Mai che si parli di cose “vere”, attuali, di giovani “reali” e idealisti dei tempi di adesso. O anche dei tempi di allora, perché no.
Che so? Un ragazzo delle giornate di Bologna del ’77? O dei Ragazzi della Pantera Nera del 1989?
Sempre solo: soldi, potere, auto di lusso, donnine assatanate di oro e gioielli e borse di Vuitton.
Yack.
Per fortuna, esiste internet e il mondo a portata di un click.
Altrimenti, da questo mondo, sarei già scesa da un pezzo.