Voi direte: “eh, ma che palle! Ancora con ‘sti coreani?” e tendenzialmente vi darei pure ragione, visto che mi rendo conto di essere un po’ ripetitiva ed entusiasta come un’adolescente davanti al suo cartone animato preferito o a una pre-adolescente fan di Violetta…
Ma sopportatemi, o, se proprio non ci riuscite, togliete le spunte delle notifiche e vivete in pace senza essere ammorbati da me, da occhi a mandorla e storie d’amore platonico intenso.
Il fatto è che in questi giorni sto ricevendo una vera e propria overdose di storie appassionanti e ho bisogno di sfogare un po’ della mia eccitazione, quella sorta di frenesia che mi prende quando, finalmente, posso riposare e godermi le storie scritte da altri senza bisogno di inventarmele io stessa. Nella fattispecie, sto seguendo tre drama molto belli e appassionanti. Si tratta di Kill me, heal me, in onda su MBC il mercoledi e giovedi alle ore 21:55 (Asian Time), Hyde Jekyll, me, in onda su SBS il giovedi e venerdi alle ore 21:55 (asian time) e Heart to heart, in onda il venerdi e sabato su tVN .
Sono storie di disagi psicologici e disturbi psichiatrici.
I primi due trattano di DID, Dissociative Identity Disorder, quel problema di dissociazione di identità che così bene Stevenson aveva trattato nel suo Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Il terzo parla di antropofobia, un problema di disagio molto forte che porta la persona che ne soffre a evitare qualunque contatto con il mondo esterno e in special modo con le persone.
Storie di amore e di violenza. Subita, inflitta, causa di grandi dolori al punto da arrivare a suddividere la propria psiche in vari pezzetti, pur di sopportare una sofferenza troppo forte.
Storie di amore e di redenzione. E (forse, non sappiamo ancora il finale di nessuno dei tre drama) di guarigione.
In circa quindici – venti puntate (non durano più di così i drama coreani) la capacità di affrontare tematiche scomode, difficili, anche a volte sgradevoli con attenzione delicata, rispetto e comunque molta perizia. Come la violenza domestica sui bambini, per esempio. Kill me heal me ne fa un racconto bellissimo, doloroso e intenso, che prende, commuove, strazia e spezzetta il cuore in tante briciole. Gli attori, Ji Sung e Hwang Jung-eum, interpreti della coppia leader romantica sono bravissimi. Avevano già avuto modo di mostrare la loro bravura in un altro drama, Secret Love, due anni prima, mostrando un affiatamento professionale non comune, e in questa nuova prova non si smentiscono, ma anzi, semmai, confermano che le loro capacità di interpretazione mescolate insieme fanno scintille. Kill me heal me è un drama che fa piangere e tanto. Ma tra le lacrime scatena anche risate incontrollabili. Sconvolge e allevia allo stesso tempo. E poiché si appresta ad arrivare alla fine del suo percorso, già lascia una scia di malinconico rimpianto dietro di sé. Mancheranno i personaggi, le sette differenti personalità del protagonista maschile, e tutti i personaggi minori, ognuno così ben caratterizzato al punto da sembrare vero e reale.
Hyde Jekyll me è invece un drama a sfondo noir. C’è meno introspezione rispetto a Kill me heal me, c’è più suspence e colpi di scena. C’è un rapimento, un’azione terribile del passato che torna a chiedere il conto nel presente, c’è la manipolazione psichica a opera di uno psichiatra pazzo e irrisolto. E ovviamente c’è sempre la DID usata, in questo caso, in chiave scenica come deus ex machina per lo svolgimento della trama. Quello che sorprende è la capacità di affrontare temi così scomodi e disagevoli in modo proficuo e mai irrispettoso.
Heart to heart invece è il più intimista di tutti e tre. Forse più lento, quasi il diario quotidiano di una famiglia di prestigio sud-coreana, il cui unico rampollo maschio è una star televisiva oltre che psichiatra di successo, affronta il tema del disagio psicologico di una donna, incapace di affrontare il mondo esterno e chiusa dentro un guscio protettivo che è la casa in cui ha abitato fin da piccolissima con l’anziana nonna e dalla quale non riesce a uscire dopo la scomparsa della donna che le ha fatto da madre. E del particolare approccio medico-psichiatrico che il rampollo di cui sopra avrà con lei per indurla a guarire. Mentre la terapia insolita prosegue, tra i due nasce un sentimento forte di attaccamento amoroso che li porterà a vivere un’intensa storia, interrotta però da un segreto che coinvolge entrambi, la morte tragica del fratello gemello del protagonista maschile, e il silenzio colpevole, direi anzi proprio meschino, dei componenti della famiglia facoltosa che non esita però a voler separare i due amanti, pur sapendo che quell’unione è l’unico modo per superare e curare le ferite dell’anima che, incolpevoli, quei due giovani hanno ricevuto e scavato profondissime nei propri cuori.
Sicuramente questa mia curiosità frenetica svanirà nell’etere più in là nel tempo, ma quello che le storie che sto “vedendo” in questo momento mi stanno regalando è impagabile. E’ piacere, stupore, entusiasmo.
E più si ascoltano storie belle, più vien voglia di raccontarne altre.
E’ così che funziona.