E’ un po’ di tempo che non ho niente da dire di mio sul blog, ma trovo cose già così ben dette sui blog degli altri che mi limito a ribloggare. A volte perché sprecare tempo, sforzi e foglio elettronico quando hai già il pensiero bello scritto da altri?
ecco qua, un altro spunto su cui riflettere…
Tutto ha avuto inizio al Salone del libro di Torino, all’incontro di Emma Books dal titolo #ilrosachenontiaspetti. È stato lì che per la prima volta ho parlato di femminismo rosa: un rosa femminista perché scritto dalla parte delle donne, perché emozionarsi significa diventare più forti, non più deboli, e l’hanno capito bene i nuovi movimenti di protesta che cercano di farci ridere, anche. Così come l’hanno capito bene i nuovi guru del marketing, con spot che affondano in modo sempre più spudorato e violento nelle emozioni delle persone, ultima frontiera della privacy se non della pornografia, dopo aver visto praticamente tutto di tutti. E allora perché il rosa no, perché il rosa non dovrebbe essere l’inizio di grandi battaglie, di un modo nuovo di pensare alle donne? Perché non cercare anche nelle storie d’amore i segni di una nuova femminilità, che vada al di là degli stereotipi di genere, che trovi…
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Grazie, per il reblog e per avermi dato modo di conoscere il tuo, di blog. Alla prossima!
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Benvenuta, e anzi, grazie.
ti ho mandato un po’ di scrittrici… in avanscoperta…
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