Mariangela Camocardi ha pubblicato circa 50 tra romanzi e racconti Ama spaziare tra generi molto diversi, con una predilezione per lo storico. Ha scritto storie horror, women’s fiction, steampunk, favole e commedia romantica. Tra i titoli più apprezzati Tempesta d’amore, Sogni di vetro, Il talismano della dea, La vita che ho sognato, Lo scorpione d’oro, Ciribalà, Un segreto tra noi, Nessuna più. Quest’ultimo libro è un’antologia contro il femminicidio edita da Elliot il cui ricavato è stato interamente devoluto al Telefono Rosa per aiutare le donne vittime di violenza. L’autrice è stata anche direttore della rivista Romance Magazine. È una delle socie fondatrici di EWWA
Com’è nata questa passione e/o determinazione a scrivere?Certi input li abbiamo dentro e se siamo così fortunati da capire i segnali, a un certo punto si manifestano, belli pronti per essere realizzati, se ne abbiamo la forza e la volontà. Molti rinunciano perché non sono disposti a fare i sacrifici che ogni scelta impone. Ma gli input bisogna ascoltarli: funzionano esattamente come i sogni.
Romance” o “rosa”. Perché “rosa” e non un altro genere? Il Romance si muove quasi sempre in uno sfondo storico che mi è congeniale, per cui il primo romanzo è nato dal nostro Risorgimento. Amo particolarmente questo periodo a dir poco esaltante vissuto dall’Italia e dai suoi patrioti. Il rosa coincide con il mio cuore romantico: ho un debole per le belle storie d’amore. Mi piace scrivere anche altri generi e credo di avere una spiccata tendenza per l’horror.
Il genere “rosa” è quello che in campo editoriale vende di più e quello che suscita più pregiudizi: perché secondo lei? Perché si generalizza senza voler approfondire il successo costante e planetario della letteratura femminile: si coniuga il rosa con la narrativa scadente. Discriminare è molto più facile che rivalutare un genere che non conosce crisi.
Quali sono le scrittrici/gli scrittori rosa italiane/i più importanti, attualmente, sulla scena editoriale secondo lei? Ce ne sono diverse e citarle tutte non solo richiederebbe un elenco dettagliato , ma rischierei di omettere qualche nome e preferisco non farmi dei nemici.
E quali le/gli scrittrici/scrittori stranieri? Anche in questo caso la lista sarebbe cospicua e alle lettrici di romance non serve un promemoria in proposito.
Romance: le regole per scrivere un buon libro “rosa”. Cosa funziona in un romanzo di genere “romance”? Non ne servono molte: due protagonisti carismatici, degli antagonisti alla loro altezza, un conflitto a prova di lettore, qualche bel colpo di scena e, naturalmente, il lieto fine.
Cosa cerca un lettore in un romanzo rosa? L’evasione dalla realtà e storie capace di far sognare già dall’incipit.
Le idee, lei, come le trova? A dire la verità ovunque: la vita offre spunti a bizzeffe e bisogna allenare la mente, gli occhi e le orecchie a capire cosa vale la pena di raccontare di tutto il “materiale” che abbiamo a disposizione. È come scegliere una buona lettura sulle bancarelle dei libri usati.
Le regole sono fatte per essere trasgredite. E’ d’accordo? E’ possibile trasgredire alle regole del “romance”? Naturalmente sì, ma occorre farlo con estrema abilità. Le lettrici sono parecchio esigenti e selettive e apprezzano poco certi minestroni insapori che abbiamo letto.
Dove va il romance? Cosa ne pensa della “deriva” LGBT e MM? Mah, senza mancare di riguardo a nessuno a me queste derive per ora entusiasmano poco, ma sono sempre aperta alle novità e mi limito al mai dire mai.
Un consiglio a chi vorrebbe scrivere “romance”? Curare soprattutto la qualità del testo e rileggere fino all’estenuazione ciò che si è scritto. Mi sono capitati sotto il naso errori grammaticali che la mia maestra delle elementari avrebbe sottolineato con la matita rossa e un brutto voto. E ripassare i modi verbali prima di scrivere obbrobri che vanno a danno della storia che abbiamo firmato.
Grazie Amneris, è stato un piacere.
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Mariangela, il piacere è stato tutto mio, nell’aver avuto l’occasione di incontrare e conoscere una persona così bella come te. 🙂
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Wow, ho realizzato adesso che siamo state compagne di viaggio per “Nessuna più”. Non avevo collegato il nome 🙂
Bella l’intervista, bellissimo il curriculum che ha portato Mariangela a spaziare tra i generi. Grazie Amneris.
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