“Sarà l’ultimo tramonto. Poi il buio per tre giorni e di nuovo la pioggia di fuoco…” Risorgerà il sole? C’è speranza per il genere umano? Se lo chiede Amneris Di Cesare in questo racconto.
«Ero per strada e ho visto tutto. Questa mattina, prima che iniziasse a piovere, chiaro e limpido come acqua di sorgente. Non potrei dimenticarmene nemmeno se volessi. Come si fa a dimenticare cosa ho provato in quel momento? Stupore e gelo. Una cosa dentro che si attacca alla pelle, scorticandola. Oppure alle viscere, lacerandole. Letteralmente. Non ero solo, c’erano anche altri con me. E tutti, dico proprio tutti, abbiamo per istinto guardato per aria. Con la bocca aperta, come si fa di solito quando si è meravigliati, ha presente? Abbiamo visto. Cosa? Come cosa? Ah, già, intende cosa abbiamo visto. Ma il sole, no? Sì, il sole. Si stava spegnendo. Come faccio a spiegarglielo?! Be’, prima di tutto quel gelo che le dicevo prima ci ha invasi. Il corpo, i pensieri, tutto. Ma anche i movimenti che faceva. Come chi? Il sole! Sì, il sole: si è mosso. Ecco cosa ci ha confermato che stava morendo. Ha iniziato a roteare, a disegnare dei cerchi nel cielo. Poi si è fermato e ha iniziato ad andare sopra e sotto, a destra e a sinistra poi di nuovo sopra e sotto. Insomma, una croce. Una cosa così. E ha smesso di splendere. Cosa intendo dire con questo? Eh, si è trattato di una vera e propria agonia. Ha presente quando uno sta per morire? Ecco. Io lo sentivo. Lo abbiamo sentito tutti! Se non sapessi che il sole è una cosa, un oggetto inanimato, be’, avrei detto che soffriva. Lo abbiamo anche sentito piangere. Certo, il rumore della vita che scorre ha confuso un po’ ogni cosa, ma a tutti quelli che mi erano vicini in quel momento ho chiesto se avevano udito i suoi lamenti. Be’, sa cosa? Tutti, e dico tutti, hanno risposto di sì, che l’avevano sentito anche loro. Come faccio a dire che erano i lamenti del sole e non di qualcuno non molto lontano da lì? Ma perché l’ho sentito dentro di me e non fuori, quel lamento! Ma andando avanti, poi, è successa la cosa più incredibile: lui… sì, lui si è… spento. Glielo giuro, il sole ha incominciato a spegnersi! Prima era tutto bello infuocato, anzi, la luce per un attimo ha brillato più intensamente, tanto che ho sentito male agli occhi nel guardarlo. E lentamente, proprio pianissimo, ha cominciato a impallidire. Come quando uno si sente male e sta per svenire, ha presente? È quasi diventato trasparente, non so come dire. Sembrava che annegasse nell’azzurro del cielo. Ecco, questa è la descrizione giusta. Sembrava che annegasse. Poi è riapparso e tutto è tornato normale. Lui, cioè, il sole, più caldo e vigoroso, e noi sconvolti e inebetiti. Glielo assicuro, è andata così. Ma del resto i veggenti l’avevano già detto da mesi che sarebbe successo. E nessuno ha creduto alle loro parole…»