UN MIO RACCONTO PER BABETTE: QUESTA VOLTA COMICO E LEGGERO

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Chissà perché quell’abitudine di leggere sempre l’ultima pagina di un libro e mai la prima,  per capire se ne vale la pena.
“Sei storta da quando sei nata”  mi  ripete mia madre da una vita.
Probabile. Molte cose le faccio al contrario, infatti. Ma questo non è che mi dia più vantaggi, in ogni caso. Come adesso. I libri che ho visto fino a ora non mi hanno colpita. Questo che sto sfogliando, però, è ben scritto. Forse un po’ troppo poetico per i miei gusti.
La tentazione è forte, ma non lo comprerò. Mi vergognerei  a farmi vedere con un libro “rosa” in mano.  Mia madre sarebbe la prima a criticarmi: “Sempre con la testa fra le nuvole! Scendi sulla terra! Basta con le illusioni che leggi tutto il santo giorno in quei libri, fai qualcosa di diverso, vai in palestra! Lì, almeno, potresti incontrare qualcuno…”  Eh, sempre con quella storia. Che il tempo passa, e che se vado avanti così resterò zitella.

Single, mamma, oggi si dice single! E poi basta guardarsi attorno. Anche qui si possono fare incontri interessanti. Il tizio che mi sta di fronte, per esempio:  sta osservando un libro grosso e dalla copertina nera con scritte argentate. Ecco, lui  mi incuriosisce molto. E non è certo un dio greco! Alto e magrissimo, capelli ricci  lunghi e tendenti al rossiccio. Occhialini tondi e lentiggini sul naso. Abbigliamento trasandato, tipico di chi passa tutto il giorno davanti a un computer o a studiare: un giaccone di velluto a coste, più grande di tre taglie, sbiadito da troppi lavaggi sbagliati, blue jeans chiari più corti di due centimetri.
“Intravedi il calzino… per fortuna non è bianco!”. Assorto, immerso in un mondo tutto suo, dove nessuna donna ha il permesso di entrare…
“Infatti ha una cartella bella gonfia a tracolla!” Mia madre ha sempre avuto un acuto spirito di osservazione, non si lascerebbe scappare neppure un dettaglio del suo abbigliamento per poi demolirlo ai miei occhi. “Scommetto che è piena di matite ben temperate, block notes per appunti, e libri… tantissimi libri. Puah, un altro secchione come quelli che ogni volta mi porti a casa! Ma cosa devo fare, io, con te?”  Che colpa ne ho se mi attirano solo tipi del genere?
“Insignificante” taglierebbe corto lei, senza dubbio.

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