Insaziabili Letture – bellissimo blog di letture, recensioni, presentazioni e scritture di qualità – ospita un mio racconto di Natale, A Natale può succedere, per la serie Romantic Xmas. Sono commossa ed emozionata per la bellezza della cover che hanno ideato graficamente a supporto del mio testo.
Una storia di Natale d’amore Over 50, di rinascita e di speranza.
A voi l’incipit:
Succede così, ogni volta, ogni anno. È una sorta di rituale, di tradizione intima e intensa. Raccogli le scatole impolverate dalla cantina, le apri e subito l’odore zuccheroso e stantio del Natale ti aggredisce. Siamo di nuovo qui, pensi e improvvisamente l’anno appena trascorso ti passa davanti come in un film: la festicciola di compleanno di tuo figlio, il carnevale, il viaggio fatto a Pasqua, l’estate e i gavettoni di ferragosto. Tutto sembra ormai lontano eppure sono trascorsi solo pochi mesi.
Per decorare l’albero ci vuole metodo.
Ecco perché in genere non voglio aiuti. I bambini amano giocare con i festoni e con le palline, ma confondono le idee e ti distraggono da quella che in fondo è una consuetudine intima e solitaria. Prima ricostruisci l’albero, rigorosamente finto perché quelli veri in vendita nei vivai mi intristiscono e mi fanno sentire a disagio. Sono anime imprigionate tra tronco e spine e anche solo il pensiero di violarlo appendendo tra i rami lucine e festoni e vederle lentamente morire con quei trucchi addosso, quindi gettarle nella spazzatura dopo l’Epifania mi ha sempre fatto inorridire.
Appena l’albero è pronto, è la volta delle lucine. È sempre il momento meno piacevole di tutta la celebrazione. Una di quelle incombenze che devi svolgere e che quindi fai alla svelta, per liberartene il prima possibile. Sembra quasi che quelle lucciole di vetro che brillano a intermittenza mi brucino nelle mani per davvero. Ma devo resistere all’impulso di disfarmene buttandole sull’albero a casaccio mentre invece mi impongo di posizionarle con una certa simmetria, facendo in modo che tutti i lati e tutti i rami sia davanti che dietro abbiano la loro giusta illuminazione. E quindi srotolo i fili imprigionati tra loro, poi una volta tesi e liberi li accendo a uno a uno. È un lavoro noioso, che mi porta ogni anno a biasimare me stessa “se li avessi sistemati per bene anziché raccoglierli alla rinfusa l’anno scorso, oggi non starei a perdere tanto tempo a districarli!” mi dico. Ed è lo stesso pensiero tutti gli anni. Esattamente come quello che però spingo lontano con fastidio, conscia del fatto che tra soli venti giorni sarò di nuovo qui, a raccogliere con fretta brutale ogni cosa e por tornare a nascondere, nelle scatole in cantina, questa festa di colori e di lucine. Allora sarà già passato il Natale, avrò già aspettato con ansia il Cenone e avrò già brindato al nuovo anno. I miei figli avranno già aspettato che le giornate di vacanza dopo San Silvestro scivolino via inesorabili fino all’Epifania e la scuola si sarà già riaperta anche per loro.
Perché devo sempre pensare al dopo? mi chiedo e non posso resistere alla tentazione di guardare avanti nel tempo
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Grazie, Insaziabili Letture!