Ribloggo raramente, ma questo articolo di Lucia Coluccia merita di essere ben visibile. Grazie, Lucy, perché è illuminante.
Riprendo l’argomento dello scorso articolo perché vorrei capire e analizzare certe dinamiche insieme a voi.
Diversi anni fa, quando le autopubblicazioni non esistevano o esistevano sotto forme diverse, gli autori esordienti e gli aspiranti scrittori discutevano su forum e social delle differenze fra le case editrici a pagamento e quelle senza obbligo di contributo. Allora, se solo un editore si fosse permesso di offrire all’autore la possibilità di acquistare a prezzo ridotto un certo numero di copie del suo libro, avremmo drizzato le orecchie e ci saremmo chiesti: offrirà solo la possibilità o è un modo per dirgli che le deve comprare, altrimenti non lo pubblicano?
Insomma l’argomento principale erano le case editrici. Bisognava capire quali fossero degne di essere chiamate “editori” e quali no. Quali facessero un buon editing e quali no. Quali pubblicassero il tuo libro come una stamperia e quali invece lucidassero il prodotto grezzo che gli…
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grazie per il reblog
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