
Bene.
Avete visto quante cose bisogna pensare “prima” di iniziare a buttar giù il nostro romanzo vero?
Vi state scoraggiando? Non fatelo.
Questo è già scrivere un romanzo, ricordatevelo.
Pianificazione non significa “noioso” o “poco creativo”. Se avete paura di essere criticati perché state lavorando troppo ai preliminari della vostra opera, pensate a quante critiche in meno riceverete – ne riceverete sempre comunque, è impossibile non averne a meno di essere completamente ignorati, e in questo caso non so se sia meglio o peggio – quando proporrete il vostro romanzo a una Casa Editrice oppure Pubblicherete in Self Publishing il vostro volume…
Un altro aspetto che dovete considerare e in qualche modo decidere “prima” di mettervi a scrivere il vostro romanzo è l’Ambientazione.
Dove ambientare il vostro romanzo?
Dove far camminare i vostri personaggi?
Siccome scrivere è un viaggio, viaggiate sicuri, allacciate le cinture di sicurezza e via. Partite.
Quando partite, voi andate così, allo sbaraglio oppure vi documentate sul posto che andrete a visitare, scegliete un itinerario, vi informate sugli usi, i costumi della gente del posto, la lingua che si parla in quei luoghi, quella che i nativi comprendono meglio tra le lingue straniere, il cibo, i ristoranti, le tradizioni, le usanze, i monumenti e i localini da visitare?
Lo stesso dovete fare con il vostro “mondo” che state per creare.
Il vostro romanzo è un fantasy? State creando un’opera “epica”, sospesa tra il Medio Evo e un’epoca non ben definita, in un mondo che non esiste e non è esistito nella realtà? Dovete costruirvi una “mappa” del vostro mondo.
Decidere regole, usi, costumi, linguaggi, tradizioni, leggi e soprattutto descrivere quel mondo in modo da farlo “vedere” ai vostri lettori.
Molto utile saranno le “schede” che farete del vostro mondo esattamente come avete fatto per i personaggi. Se siete capaci di disegnare, o anche solo scarabocchiare, fatelo. Scarabocchiate il vostro mondo, l’ambientazione, dettate le regole.
Il vostro romanzo è ambientato ai giorni nostri? Le cose non cambiano molto. Cambia solo il posto dove farete muovere i vostri personaggi. Dovete conoscere quel posto a menadito.
Come dite? Non ci siete mai state?
Be’…
Ci sono due “scuole di pensiero”. La prima è quella che recita:
Scrivi ciò di cui sai. Scrivi ciò che conosci.
Vuol dire che se state pensando di scrivere la storia d’amore di due adolescenti che abitano a Budrio, nella bassa bolognese, magari ai giorni nostri, quando incombe la paura del pericoloso “criminale” Igor che infesta le campagne e popola gli incubi di tutta la popolazione di quei luoghi, meglio sarebbe se quei luoghi stessi voi li conosceste, ci abitaste o per lo meno abitaste così tanto vicino da poterli andare a visitare personalmente. E prendere appunti. Ascoltare le persone ai bar, nei ristoranti, nelle edicole, insomma, in qualche modo documentarvi materialmente sulla vostra ambientazione.
Se volete far interagire i vostri personaggi a Roma o a Milano, meglio sarebbe essere di Roma o Milano. Almeno, questo, per i primi vostri capolavori.
È più facile parlare/scrivere di ciò che si conosce, di ciò che si mastica tutti i giorni. Le stradine interne del centro o quelle un po’ grigie delle periferie sapreste sicuramente descriverle meglio rispetto a una città come New York o Londra dove, magari, non siete ancora stati.
Ma, giustamente, chi invece aderisce alla “seconda” scuola di pensiero, confuta queste affermazioni: cosa vuol dire “scrivi ciò che sai”? Che si deve scrivere solo di ciò che si è veramente a conoscenza? Quindi chi scrive thriller fa di mestiere il poliziotto, chi scrive horror o noir è per forza uno psicopatico, chi scrive erotico è… un maniaco sessuale?
No, ovviamente no.
Se si decide di ambientare il proprio lavoro in una città che non abbiamo mai visitato, allora bisogna fare un enorme lavoro di approfondimento di quella città o Paese che si sta per scegliere.
Leggere e tanto su tutto ciò che riguarda quella città. Consultare cartine stradali, guide turistiche, saggi scritti su quella città. Arrivare a conoscerla come se fosse la propria anche se non si metterà mai piede in una delle sue strade. E, magari, ma solo se ce lo si può permettere, farci un salto.
Perché le sensazioni “dal vivo” sono uniche e irripetibili. I profumi, gli odori – sì anche i cattivi odori – i colori e i sapori sono fondamentali e devono entrare nella descrizione di quegli scorci che farete leggere al vostro lettore.
E tenete presente: l’ambientazione cambia. Mano a mano che la storia evolve, il panorama, lo stesso panorama che avete scelto come sfondo della vostra avventura cambierà con la storia. Perciò attenzione, e molta, a come cambieranno i colori, i mobili di un certo appartamento, di un ristorante o di un ufficio se non addirittura di una classe nella quale i vostri personaggi e le loro avventure graviteranno.
Ma questa è un’altra storia.
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