
Dal 13 settembre è disponibile su Netflix la miniserie “Unbelievable”, ideata, sceneggiata da Susannah Grant con Michel Chabon e Ayelet Waldman. Ispirata alla storia di Marie Adler, adolescente vittima di stupro in seguito a un’intrusione in casa sua che, dopo aver denunciato l’accaduto, riceve forti pressioni dagli inquirenti che non le credono e le impongono praticamente di ritrattare. Non contenti di ciò, gli stessi la denunceranno per falsa testimonianza e la vittima sarà obbligata a pagare una cauzione al Municipio e a seguire un programma di libertà vigilata e di terapia psicologica.
Non è facile guardare questa miniserie che, a differenza di moltissime altre, si sviluppa per gli otto episodi su due piani paralleli: in prima battuta il punto di vista e la narrazione della vita di Marie dal momento della denuncia per stupro fino all’arresto del colpevole, passando attraverso un calvario fatto di giudizi, di molestie, persino di stalking da parte di amici, colleghi e stampa, senza contare il vergognoso atteggiamento colpevolista e giudicante dei poliziotti che indagano sul suo caso. Ho reagito malissimo fin dall’inizio, con il desiderio di colpire il video, di sputare in faccia a quei due “cosi” infami che massacravano la vittima di domande e di giudizi.
Il secondo piano narrativo invece scivola tra le indagini, le iniziali diffidenze delle due detective che scorpono analogie stranissime tra i casi su cui stanno indagando e le testimonianze delle altre vittime fino alla soluzione finale e l’arresto del colpevole. Bello lo scambio tra le due donne ma soprattutto è coinvolgente il diverso approccio inquisitorio delle due donne nei confronti delle vittime rispetto a quello dei colleghi maschi nei confronti di Marie. E credo sia una dei maggiori pregi di questa serie.
Troppo spesso le vittime vengono analizzate, inquisite, quasi vivisezionate e di conseguenza colpevolizzate. Ed è quello che è accaduto a Marie e a tante altre donne, facendo comprendere come sia facile arrivare a dire “Non è successo niente, posso comunque farcela anche senza denunciare”.
Una fiction che raccomando di guardare, specialmente agli uomini.