
Li ho conosciuti dopo il loro secondo posto a XFactor (tra l’altro il vincitore è quasi sparito dalle scene, loro, ovviamente no), all’unico Xfactor che non seguii. Sono poi diventata una “Mammeskin” (almeno sulla carta, perché sono iscritta a un gruppo di “mamme” su Facebook che segue le loro gesta, e ovviamente fangirla).
Ho 60 anni. Il rock mi è sempre piaciuto a tratti, a cicli alterni (amo più le ballate e le canzoni melodiche, quelle che mi ispirano un mood per inventare “favole” nella mia mente e scappare un po’ dalla realtà quando la realtà graffia o picchia duro) ma ammetto che ogni tanto non disdegno una buona svirgolata di chitarra elettrica e di basso.
I Maneskin li trovo bellissimi, tutti e 4, non solo il frontman, Damiano, e apprezzo soprattutto l’eccessiva timidezza dei due meno provocanti, Tom e Ethan, per dire. Adoro Victoria perché è lei la vera leader del gruppo tanto è vero che (la leggenda e la stessa Victoria narrano) agli inizi, quando Damiano si aggiunse al gruppo, a un certo punto lei lo mandò via perché non era adatto al rock che volevano fare loro. Tornò dopo qualche mese, Damiano, dicendo “sono migliorato, riprendetemi”.
Damiano è il più grande del gruppo, ha ventidue anni (errata corrige, thks Artemisia ) Gli altri un anno di meno. Chi segue (non io, io sono molto meno fan di quanto potrei essere) da vicino i ragazzi, ma anche i professori di liceo e la preside della scuola da dove vengono tutti loro, dice che lui è molto attento a come i più piccoli si comportano, guardingo anche su cosa viene loro offerto: odia le droghe di ogni tipo e teme che i suoi compagni possano esserne corrotti. Ecco perché il fatto che lo abbiano accusato di aver sniffato coca (o di essersi fatto un popper, dopo, quando hanno capito che non c’era polverina bianca su quel tavolino) fa un po’ ridere. Damiano è praticamente il “papà” del gruppo che sorveglia gli altri.
Fanno rock ma non sono Led Zeppelin o Doors? Ma chissenefrega, scusate. Sono passati 50 anni. I tempi sono non cambiati, cambiatissimi. Oggi è praticamente tutto virtuale, tutto digitale. Che siano in grado di cavalcare un messaggio, di veicolare via etere un genere musicale che ormai sembrava morto, spento, piuttosto che trap e rap, io penso sia un grandissimo merito.
E come tutti i Grandi, che sono stati dichiarati tali solo dopo decenni, contrapponendoli a ciò che NON era degno dell’attualità, anche i Maneskin, se Grandi sono, tali verranno dichiarati quando magari avranno i loro figli che strimpelleranno chitarre e sbatteranno piatti scimmiottandoli. Lasciate che esprimano la loro voglia di musica, che vivano la musica come la sentono oggi.
Sono giovani, sono belli. Sono anche un po’ ribelli che non guasta.
Ma soprattutto sono vivi.
Ed è il loro tempo.
Il nostro, noi, lo abbiamo già vissuto (e probabilmente sprecato).