FIGLIA DI NESSUNO

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Quarta di copertina:

Mi chiamo Nivea Maria Gonçalves Mello Branco. Tanti cognomi per indicarne uno solo, vero e stampato a fuoco sulla mia carne: figlia di nessuno. Mia madre proveniva dalla Rocinha, la favela più grande del Sud America, costruita su una collina di fronte all’oceano: non c’è vista panoramica migliore in tutta Rio. Sognava un uomo che la portasse lontano, che le desse una casa dove vivere insieme felici. Perché sonhar não custa nada, e sognare è un errore che non ho mai commesso. Ho conosciuto tanti uomini e non ho permesso a nessuno di umiliarmi. Sono stata amata e ho amato anche io, una volta sola.

Amare è l’unico lusso che mi sono concessa. Questa è la mia storia. Mi chiamo Nivea e sono figlia di nessuno.

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In uscita il 25 novembre 2016


CITAZIONI DAL ROMANZO:

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RECENSIONI – OPINIONI

INSAZIABILI LETTURE

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“Mi chiamo Nivea Maria Gonçalves Mello Branco. Tanti cognomi, per indicarne uno solo, vero e stampato a fuoco sulla carne: figlia di nessuno.”Nivea è una donna forte, è una donna delle favelas che di certo non vive in condizioni agiate.Nivea ha sofferto, ha lottato, ha imparato da sua madre che le cose bisogna prenderle così come vengono, e che per guadagnarsi da vivere spesso bisogna compiere azioni che non sempre piacciono. Non aspira a nulla, semplicemente è conscia della propria condizione, è consapevole dell’ambiente in cui vive, si concede per vivere cercando di prendere tutto il buono che c’è.Molti uomini sono passati nella sua vita, così come in quella di sua madre, alcuni hanno lasciato il segno, altri vengono quasi dimenticati, ma altri ancora oltre a lasciare qualcosa hanno preso anche tanto.Questa è la storia di una donna straordinaria, di una donna che nella sfortuna è riuscita comunque ad arrivare in alto, anche se non è stato mai abbastanza.Nivea è una donna delle favelas e questo dovrebbe bastare per far capire quanto dura è sempre stata la sua vita, eppure lei riesce a uscirne, ma non ci si può lasciare un mondo come quello alle spalle, resta per sempre con te. Amenris Di Cesare è tornata puntando ai cuori dei lettori, questa volta ha deciso di portarci in Brasile, mostrando i lati più oscuri e spesso più temuti del paese. La sua scrittura è fluida, capace di far passare il tempo in un attimo, di incollarti al kindle, ed è proprio questo ciò che è capitato a me. L’autrice riesce a far entrare totalmente il lettore nella storia, grazie anche a un’accurata ricerca sull’ambientazione che non può che restituire un mondo affascinante. Amneris, infatti, mostra una conoscenza approfondita del Brasile. L’utilizzo di espressioni particolari che l’autrice ha deciso di scrivere in portoghese, inoltre, è stato un piccolo dettaglio che personalmente ho amato. Consiglio assolutamente questo breve romanzo a chi ha voglia di emozionarsi, a chi vuole vivere per poche ore una storia intensa, piena di passione, di lotta, di sconfitte e di vittorie. Non ve ne pentirete!


SOGNANDO TRA LE RIGHE

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Il #FigliaDiNessuno #BlogTour inizia oggi e parte dal blog Sognando tra le righe, ottimo blog di lettura e recensioni.

Un racconto che si legge tutto d’un fiato e ci restituisce l’immagine di una donna che sin dalla più tenera età ha dovuto sgomitare nel mare impetuoso (e impietoso) della vita. Nata nella favela più grande del Brasile, non sa chi sia suo padre, se non attraverso i racconti di sua madre, donna sognatrice e aspirante ballerina del carnevale di Rio. Nivea (già il nome ha il suo impatto) è una ragazza cresciuta nella miseria, ma con la voglia di riscatto che le scorre nelle vene, dei racconti della madre ha fatto lezione cercando di condurre un’esistenza migliore. L’amore è sicuramente uno dei punti cardinali della sua vita, anche se a volte fugace, inseguito, non corrisposto. L’amore nelle sue più variopinte sfumature: amore di figlia, amore di donna e amore di madre. Nivea brucia d’amore verso la vita, verso la libertà e l’emancipazione dalla miseria. Amerà seppur con diverso trasporto più uomini, e ognuno le insegnerà qualcosa su se stessa. Una vita intensa alla ricerca di qualcosa, forse di un’identità, della rivincita verso la vita. Un racconto davvero molto molto bello, introspettivo che ribadisce il potere delle donne, quella loro continua e affannosa ricerca di conferme che a volte giungono dopo non poca sofferenza. Nivea ama la vita, ci si attacca fortemente anche perché se nasci e cresci nelle favelas, tutto ciò che la vita ti offre è sempre ben accetto. Una ragazza sognatrice prima, una donna forte e disillusa dopo, attraverso la vita di questo personaggio assistiamo al viaggio introspettivo di molte donne, perché non importa dove nasciamo e cresciamo, importa come decidiamo di consumare la fiamma che arde potente nel nostro animo. Teniamola sempre accesa, anche quando ci sembra di non aver mai costruito quello che avremmo voluto.  Amneris Di Cesare ha uno stile asciutto ma fortemente incisivo, soprattutto quando affronta argomenti delicati e toccanti. Figlia di nessuno meriterebbe di diventare un romanzo perché tratta tematiche sempre attuali legate alla complicata quanto vasta sfera femminile.

SOGNANDO LEGGENDO

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Ambientato a Rio in una delle tantissime favelas che caratterizzano il lato più povero di questo grande paese che è il Brasile, la protagonista e voce narrante della storia, Nivea Maria Gonçalves Mello Branco racconta la sua vita partendo dai ricordi della sua tribolata infanzia con una sfortunata madre, povera e disillusa.

Uno sfogo sommesso quello di Nivea che nasconde una grande furia interna contro le ingiustizie della vita. Di quella giovane donna che era stata sua madre, costretta ad arrancare per sopravvivere, arrivando purtroppo a prostituirsi pur di riuscire a mangiare lei e la sua figlioletta.

Nivea racconta, come un fiume in piena, tutti i ricordi della sua travagliata vita, una vita miserabile che malauguratamente, per un bel po’ di tempo, ripercorrerà la stessa strada seguita dalla madre; ci parla del suo lavoro come ballerina di sala e il suo prostituirsi, il suo concedersi per denaro agli uomini: belli, brutti, nullità o potenti. Lo racconta con sentimento, con vigorosa intensità ma traspare chiaramente come nel suo cuore ci sia solo un grande vuoto, tanto disprezzo e rammarico.

Leggere questo piccolo, breve romanzo, è stato facile e veloce proprio come fa un improvviso soffio di vento nel trascinar via le foglie dagli alberi. Amneris Di Cesare, ha scritto un romanzo che racchiude in sé il grido di una donna tormentata, provata dalle vicissitudini della sua intensa breve vita. Un romanzo contemporaneo paragonabile a quanto ogni giorno si sente su i vari casi quotidiani che interessano le donne. E purtroppo molto spesso, troppo, non sono notizie confortanti.

Nella sua figura, Nivea mi ha ricordato un po’ una novella Evita Peron, forte e battagliera. Una donna immagine che dal suo uomo del momento, potente e politicamente impegnato, viene condotta a parlare alla povera gente rimasta in quelle favelas per promuovere la sua campagna elettorale. Una sorta di burattino di belle sembianze, pronto ad essere manovrato per fini politici ed elettorali, riuscito a fuggire dalla piaga di una vita povera e a trovare un posto in una società più ricca. Una donna portavoce di una inconsapevole maggioranza disgraziata, nella mani di un governo incapace di dar loro i giusti diritti.


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LA MIA BIBLIOTECA ROMANTICA

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Una bella recensione di La mia biblioteca romantica:

Questo libro potrebbe piacervi se…vi piacciono gli spaccati di storia contemporanea.Figlia di Nessuno, sottotitolo Sonhar não custa nada, cioè sognare non costa nulla, è la storia di Nivea, una donna nata in una delle favelas brasiliane, che nella sua esistenza ha fatto un po’ di tutto per vivere e a volte per sopravvivere fino a che ha raggiunto un tenore di vita che le ha permesso di fuoriuscire da quell’ambiente.

L’autrice mette molto bene in evidenza e con parole semplici e dirette il modo di campare dei “cariocas”, la loro filosofia, la loro rassegnazione e accettazione della miseria che li circonda, come se tutti loro fossero un popolo diverso da quello che vive, nelle case in muratura, in modo abbiente.

C’è un velo di tristezza che accompagna questa storia e che sembra sia insita nell’animo di ogni essere vivente, sia piccolo che adulto. Un libro amaro, ma anche umano. I vari personaggi non si autocommiserano, perché sanno che il loro essere sarà sempre così e che per sopravvivere devono adeguarsi a regole create da persone che “amministrano” questo stile di vita e sapendo che non riceveranno da chi governa per davvero nessun aiuto. Solo pochi, come Nivea, riusciranno a fuoriuscire da questo stato. E’ un modo di pensare che non mi piace. La rassegnazione continua non ti fa vivere, non ti porta neanche piccoli momenti di serenità, figurarsi di felicità, ma non mi permetto di giudicare perché non so cosa voglia dire esistere nel mondo della favelas.

Vorrei far presente una cosa, l’autrice usa diverse parole e frasi brasiliane nel racconto, rimandando alle note con la traduzione, alla fine del libro.Con il libro cartaceo andare a vedere il significato di quelle espressioni è più semplice, ma avendo io letto l’edizione digitale è stato un po’ più complesso. Suggerirei che la traduzione sia in fondo pagina o messa tra parentesi accanto alla parola in lingua, perché andare alla fine del libro per poi tornare alla pagina che si sta leggendo comporta uno stop noioso. A parte questo, mi sento di dire che Figlia di nessuno è un racconto che si legge velocemente e che consiglio, perché  uno spaccato di vita realistico. GIUDIZIO: 3,5/5 Discreto. 


LA STAMBERGA DEI LETTORI

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Una premessa è obbligatoria:
Il volume, oltre alla novella principale che dà il titolo all’intera opera, racchiude mediante un appendice anche altri testi quali racconti brevi, articoli o stralci di altri romanzi (come Mira dritto al cuore, recensito qualche tempo fa sempre su questi schermi), in qualche modo connessi sempre al Brasile e all’amore dell’autrice stessa per la sua terra natia, che traspare dalle pagine.
Una scelta che se da un lato può sembrare interessante, perché denota la conoscenza sostanziale che l’autrice detiene con l’ambientazione o risultare anche simpatica, se per esempio ci si concentra sul racconto dalle tinte autobiografiche “A Senhora” che ci svela le vicissitudini del nome della Di Cesare, dall’altro però potrebbe rischiare di togliere l’attenzione del lettore dall’intensità della storia principale, sulla quale comunque vogliamo concentrare la recensione di oggi.
Figlia di Nessuno è una novella che basa la storia sul riscatto sociale, affrontato in modo ampio, truce e coinvolgente, ma assolutamente delicato da leggere. Al centro c’è Nivea, una giovane donna delle Favelas, che ha vissuto sin dalla prima infanzia l’orrore di una vita frettolosa, a grandi balzi.
Figlia di una delle donne più belle del morro e cresciuta sola in un ambiente ostile, che permane il suo ambiente di vita e ne costituisce con un legame invisibile le sue stesse origini, ha visto prima sua sorella morire, e poi la madre divenire un peso, investendo lei dell’ingrato compito di mandare avanti la carretta, con l’unica cosa che sa fare: sfruttare la sua bellezza e ballare.
Il legame materno è uno dei temi centrali della storia, sia per come Nivea è attaccata a sua madre, sino a quando non diventerà orfana, sia perché lei stessa ha modo di sperimentare la forza di un cordone ombelicale teso e poi spezzato, situazione che comunque tormenterà la sua breve ma intensa esistenza sino all’ultimo respiro.
Il legame paterno invece, è più che altro immaginario: la madre non ha fatto altro che raccontarle di Thiago, il grande uomo passionale con cui ha avuto una breve relazione, ma la stessa Nivea ci propone due situazioni diverse, parlandoci anche di un giovane italiano che potrebbe essere in realtà il suo vero padre e che sarà, a causa dei familiari, il motivo stesso dell’improvviso declino di sua madre. In entrambi si coglie tra le pagine un cumulo di aspettative irrisolte nel rapporto, che per farle detenere l’equilibrio deve mantenersi un affetto sicuramente sentito, ma più che altro immaginato.
Nivea è proprio libera nel suo essere di nessuno, e non si arrende mai. Forse proprio questa sua determinazione, oltre a farla crescere e conoscere il sesso e la prostituzione troppo presto, riesce in qualche modo a salvarla, facendole raggiungere pian piano una sua emancipazione dalla Favela, mettendola in condizioni di poter toccare i fili del potere.
Questo di certo avviene con le relazioni che intesse, portandola prima a esibirsi in locali prestigiosi e poi a diventare la donna di Agenòr, un influente politico che vede nel popolo ai margini una risorsa e sfrutta proprio la sua appartenenza per attrarre la popolazione della Favela, solitamente esclusa dal dialogo sociale, per rappresentare le istanze. E così Nivea, che comunque non rinuncia al potere del suo sangue sensuale, diventa interlocutrice e rappresentante di tutta una nazione, che lotta per affermarsi ed essere presa in considerazione.
Un aspetto di certo prevalente è l’ambientazione della storia: il Brasile, dalle casette di cartone alle sparatorie, al traffico di droga, alla gioia di vivere nonostante una vita di stenti, un ambiente lontano dai noti circuiti turistici ma ben presente nell’immaginario collettivo.
In questo senso aiuta non solo il potere descrittivo dell’autrice, che trasforma le immagini in maniera nitida e immediata, ma agevola l’interlocuzione che sa mischiare la lingua portoghese nei momenti giusti al narrato, rendendo tutto il quadro sinceramente più dinamico.
La scrittura è pulita e curata, con uno stile accattivante, che mai casca in errore, un pregio abbastanza raro di questi tempi. Il racconto esprime la sua visione in prima persona, tutti i personaggi pertanto acquisiscono spessore o sfumano sulla base dell’onda emotiva di Nivea, che idealizza a volte ma più spesso riesce a concretizzare in modo oggettivo l’interlocutore. Poche pennellate ma decise compongono le scene, con la costante presenza dei colori, degli odori e delle sensazioni a essi correlati.
Di sicuro l’esperienza di lettura è positiva: Figlia di nessuno ci parla in modo sintetico eppure puntuale di una dimensione di vita precaria, ma che reca in sé oltre all’orrore degli stenti anche la voglia di cantare la speranza, la rivalsa, il potercela fare.
Un libro di sicuro che merita attenzione, da dedicare a tutti coloro che hanno bisogno a volte di trovare un motivo per andare avanti e quindi di un confronto con un’esperienza, ben lontana da noi, con la quale fare i conti prima di ripartire.

Un grazie di Cuore, La Stamberga dei Lettori.
Ma proprio di cuore grazie.

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