#14. SCRIVERE: D EUFONICHE E COMPAGNIA BELLA

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C’è un ottimo libro che io uso consultare molto spesso e che ho comprato in almeno due ristampe, ed è il Prontuario dello Scrittore di Franco Forte (edito da Delos Books) che indica molte di queste informazioni e dà consigli mirati su tanti argomenti che per ragioni di tempo e spazio non posso darvi, ma, ci sono due cose che vorrei porre all’attenzione di chi sta leggendo:

a) le D eufoniche
b) gli accenti e gli apostrofi.

La D eufonica è stata oggetto di grandi discussioni sui forum negli scorsi anni ma è ormai accreditato che pur trattandosi di una scelta editoriale piuttosto che di regola grammaticale, è ormai diventata una sorta di spia, di BIP che permette al consulente che sta valutando il vostro testo di comprendere quanto bene abbiate fatto i vostri compiti e quanto dentro alle questioni di editoria e scrittura voi siate. Chi non la usa e non conosce questa regola non fa peccato, ma mostra di non essersi ancora ben “sgrossato” dalle impurità tipiche dell’aspirante scrittore non ancora edotto. Perciò, prestate bene attenzione alla regola qui sotto espressa e iniziate a farne uso. Le D eufoniche sono delle cimici nel vostro testo che vanno tolte con determinazione e caparbietà e che l’assenza delle stesse contribuirà a fare del vostro testo qualcosa di più bello.

Citiamo direttamente dal sito de L’Accademia della Crusca:

 L’uso della D eufonica dovrebbe essere limitato ai casi di incontro 
della stessa vocale, quindi nei casi in cui la congiunzione 
e la preposizione precedano parole inizianti rispettivamente per E e per A

Esempio: 
Uso corretto della D Eufonica:

Ed ecco,
Ad andare,
Ad ascoltare

Perché la preposizione che precede inizia con la stessa vocale della parola che segue.

Uso sbagliato della D Eufonica:

Ed ora
Ad una

Perché la preposizione che precede non inizia con la stessa vocale della parola che segue.
 
Vi starete sicuramente chiedendo se sia davvero il caso di preoccuparsi di una cosa di primo impatto così marginale come la D Eufonica. Vi assicuro che tutti i valutatori di casa editrice che si ritrovino a dover leggere un manoscritto e a saggiarne l’effettiva bontà noteranno questo aspetto e lo segnaleranno. In realtà, è ovvio, se avete scritto il capolavoro del secolo, una D eufonica o meno non sarà decisivo sull’essere o meno pubblicati, ma per arrivare a farsi notare tra le migliaia di manoscritti che una Casa Editrice, piccola o grande che sia, riceve ogni anno, e dimostrare che quel manoscritto è effettivamente un capolavoro, si passa anche attraverso questo tipo di vaglio. Aver “interiorizzato” la regola della D Eufonica e produrre un manoscritto nel quale è utilizzata correttamente la dirà lunga sulla vostra serietà e professionalità di scrittori e sarà un primo ottimo biglietto da visita da presentare a un valutatore

Altra questione da tenere presente sono gli accenti, gli apostrofi, e la punteggiatura.

Tornando alla cassetta degli attrezzi che Stephen King così bene descrive nel suo On Writing, e che ogni scrittore “riempie” come ritiene più opportuno, una vecchia grammatica di quelle che usavamo alle scuole medie sarebbe sempre bene tenerla sulla scrivania. Può risultare utile, non avete idea di quanto, non importa se in grammatica e analisi logica avevate sempre voti altissimi, molte cose si dimenticano con gli anni e vale sempre la pena avere a portata di mano un manuale che ci permetta un rapido ripassino.

Tenete presente comunque che: perché va sempre scritto con l’accento acuto. E’ un’opzione grafica, nella scrittura in corsivo a mano questo accorgimento non viene notato. Esattamente come poiché, giacché. Spesso, nel digitare a computer non si usa la é accentata acuta perché è più facile e più veloce, ma prima di tutto il correttore automatico di word vi segnala il perchè scritto con accento grave ma anche i valutatori lo noteranno. 

Così come noteranno se non sapete usare le h del verbo avere. Potrebbe sembrare offensivo persino ricordarvelo, ma ahimè (accento grave in questo caso) ho letto innumerevoli post e discussioni sui social nei quali si criticava l’uso dell’acca ballerina e la scrittura veloce nei text da cellulare porta a elidere molte lettere e a commettere molti errori ortografici come questo 

Un’altra cosa sono gli apostrofi. 

Qual è va senza apostrofo. 
Qualcun altro idem
Un’altra (femminile, con apostrofo) 
Un altro (maschile, senza apostrofo)
Un po’ (apostrofo)
Vai da Giulia (preposizione, senza accento)
Che cosa mi  in cambio (verbo dare, accento)
Da’ qua! (imperativo, elisione di Dammi, apostrofo)

Dalla rete, altre regole utili da seguire:

E un'ultima cosetta: era una condizione sine qua non anche su EFP, il sito di fanfiction più famoso di qualche anno fa

E un’ultima cosetta: era una condizione sine qua non anche su EFP, il sito di fanfiction più famoso di qualche anno fa. Partecipare a selezioni e/o gare di fanfiction era di gran moda. Ma i testi che presentavano la E’ maiuscola accentata con l’apostrofo venivano scartati. L’uso corretto è la È che si ottiene attraverso l’inserimento di un simbolo nel testo oppure impostando un comando veloce nel proprio word. Come spiegato nella foto. 

Imparate a utilizzare la È maiuscola accentata in maniera corretta e non la E' con l'apostrofo

Imparate a utilizzare la È maiuscola accentata in maniera corretta e non la E’ con l’apostrofo. Non avete idea di quanto spesso vi verrà segnalata (io stessa uso spesso la E’ con l’apostrofo perché sul foglio digitale la tastiera non mi fa comparire i simboli Ascii o i percorsi brevi di Word, ma sono consapevole che poi ci sarà sempre qualcuno che mi criticherà per questa mancanza.) 

Ripeto, può sembrare un’inutile pignoleria, un guardare il pelo nell’uovo, un fare le pulci a un testo quando ci sono cose ben più importanti da tenere conto in un manoscritto da sottoporre a una Casa Editrice. Ebbene sappiate che non è così. 

Trasmettere un testo pulito e già ben confezionato al netto degli errori e delle ripetizioni dimostra al valutatore e all’editore che quel testo non dovrà costare sforzi, energia, tempo e soldi in un editing massiccio e sicuramente l’ago della bilancia nel caso di più manoscritti da scegliere per pubblicare penderà verso quel testo che non richiederà una profonda ingerenza nel testo e una lunga correzione di bozze. 

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