#5. SEMPRE SULLA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

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Sempre sugli attrezzi da lavoro:  cartella editoriale, font

Ne avrete già sentito parlare ovunque, sui siti di scrittura, sui blog che parlano di editing, nei forum dove si discute di questo e di quel libro e ogni tanto ci scappa pure una considerazione sullo stile.

Un testo ben scritto parte da un testo ben formattato. Sembrerà banale ma ricevo miriadi di testi impaginati un po’ come tira il vento, a volte così mal digitati da far venire il mal di testa e l’impulso di cestinarli immediatamente. Un testo ordinato, pulito e ben impostato graficamente è alla base di un ordine anche mentale nella scrittura. Se il vostro testo è confuso nella formattazione, è probabile al 90% che lo sia anche nei concetti e nello stile.

Quindi, piccole regoline base:

1. Una cartella editoriale corrisponde a 1800 battute spazi compresi. Sottolineate questa frase: spazi inclusi. Word dà il computo degli spazi anche esclusi, ma ovunque voi vi rivolgiate, siano case editrici, siano concorsi letterari, quando si parlerà di testi quantificabili in cartelle queste saranno immancabilmente “spazi inclusi”. 1800 battute si dividono, si disperdono su una cartella in circa 30 righe per 60 battute (comprendendo, appunto, gli spazi tra parola e parola e/o la punteggiatura). Non esiste un’applicazione in Word che faccia questo calcolo per voi, ma l’esperienza mi ha portato a crearmi un Layout in Word con margine superiore e inferiore di 3,3 cm, mentre margine destro e sinistro di 4 cm. Impostando questo tipo di Layout vi renderete conto che più o meno la cartella sarà della misura desiderata.

 Impostando questo tipo di Layout vi renderete conto che più o meno la cartella sarà della misura desiderata

2. Gli editori chiedono spesso un tipo di Font (il carattere con cui si scrive a computer) specifico: detestano e cestinano immediatamente font in corsivo, frivoli e svolazzanti o che in qualche modo richiamino la scrittura dei fumetti. Per cui sono banditi Font come Comic Sans e compagnia bella. Il font più accreditato ancora oggi è il Times New Roman di calibro 12. Per chi (come me) detesta il TNR con tutto il cuore, un font elegante e molto gradito alla lettura è il Garamond (con cui sto scrivendo questo articolo), calibro 16. O il Bakersville. O il Calibri. L’Arial proprio se vi piace il font alla follia. La grandezza del carattere dipende ma il 12 per il Times New Roman e il Calibri è praticamente di default. Garamond e Bakersville possono sopportare un 14 o anche un 16. Altra cosa da ricordare: giustificate sempre il testo sia a destra che a sinistra. Se proprio non potete, giustificate a sinistra. Niente testi centrati a meno che non si tratti di sceneggiature o di poesie particolari. E ultima cosa sulla formattazione: interlinea 1,5. Non interlinea 0 e non interlinea 2. Una via di mezzo. Per permettere ai commenti e alle correzioni di essere scritte con agio. Per dare al lettore un’immagine di insieme e di ordine. E per favore, assolutamente MAI caratteri colorati di qualsiasi genere.

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