#15. SCRIVERE FOR DUMMIES: CONSIDERAZIONI FINALI

Una considerazione personale: questo lavoro che avete appena terminato di fare è già scrivere un romanzo. 

Anche io, ho vissuto per parecchio tempo con quell’immagine romantica del “navigare a vista” nello scrivere, considerando lo schematizzare una sorta di “scorciatoia”, di scrittura falsa e poco “d’impatto”. Non è così. Non lo è affatto. Perché non è che scrivere diventi più facile, se decidiamo a priori cosa succederà nel capitolo 8 o in quello n.11. Scrivere non è mai facile, e farlo al meglio è sempre una sfida, contro noi stessi prima di tutto, verso il lettore in seconda battuta e contemporaneamente.

Pianificare è importante per non sbagliare, per non “steccare”. Del resto gli sportivi si riscaldano prima di iniziare una partita e un torneo, i cantanti fanno i loro vocalizzi, i piloti fanno rombare i motori. Perché non dovrebbero scaldarsi gli scrittori?

Siete di quelli che NON vogliono sapere come andrà a finire la vostra storia, dove vi porteranno i vostri personaggi? Va benissimo. Non è sbagliato, non è un errore e soprattutto non è un peccatoMa sappiate che non lo è neppure quello di pianificare.

E anche chi NON pianifica, a un certo punto dovrà fermarsi per tornare indietro a rileggere e capire la direzione che ha intrapreso. A controllare se inizialmente  abbia dato a un determinato personaggio occhi azzurri o verdi, capelli ramati o castani. E lo dovrà fare per mantenere la congruità del proprio testo. Quindi, perché non farlo a priori metterlo in schede personaggi così da non dover fare grandi corse a ritroso e andare a cercare nel testo qualcosa che si ha a porta di mano su un altro foglio elettronico?

La scrittura non è una scienza esatta ma soprattutto non è esatto per niente tutto ciò che ci esce di getto dalla nostra penna. Spesso le prime parole che scriviamo – e che ci sembrano bellissime – sono totalmente da cancellare. È un po’ come il primo caffè di una caffettiera nuova, che ancora ha incollate alle pareti l’odore del disinfettante, o di quella del bar, alle 6:00 del mattino, le cui prime tazzine andrebbero buttate perché non del tutto corroborate dallo stesso sapore. La scrittura di getto, la prima scrittura, va poi rivista, revisionata, riletta con spirito più critico e sereno. Quella che ci esce dalla penna sull’onda dell’Ossessione/Innamoramento di cui parlavo nelle prime chiacchierate ha bisogno successivamente di essere rielaborata, rivalutata, metabolizzata anch’essa e probabilmente riscritta a volte completamente.

Ci si affeziona in maniera morbosa ai nostri scritti. Anche se sono bruttini, non riusciamo mai a cancellarli totalmente, a lasciarli andare via. Perché sono nostri, li abbiamo sudati, immaginati, lavorati, ideati e partoriti noi.

Sono i nostri figli. E li amiamo esattamente come quelli che tanto ci allietano (o ci complicano) la vita quotidianamente.

Perciò amiamoli, certo, ma come quelli “reali” e fisicamente presenti, educhiamoli, smussiamoli, lavoriamoli e cresciamoli con lo stesso amore e devozione.

Per cui: non è peccato programmareNon è peccato non farlo. Ma la scrittura “di getto” non è più genuina di quella programmata, il testo “spurio” e “caldo di scrittura” non è più intenso o denso e neppure più immediato di un testo editato.

Sappiatelo, perché questo è uno dei più grandi pregiudizi che animano tutti gli scrittori alle prime armi.

E dopo aver scritto il vostro romanzo, lasciatelo fermo un po’ di tempo. Dimenticatevene.

Poi fatelo leggere, ma non a qualcuno che vi vuole bene. A qualcuno che guardi gli scritti con la stessa pignoleria con cui voi guardate i vostri. E fatevi dire ogni più piccolo particolare di ciò che NON è piaciuto. Non abbiate timore delle criticheNon arrabbiatevi o tacciate chi vi massacra il testo di invidia. Perché, pensateci, se uno si prende la briga di dirvi punto per punto cosa non gli è piaciuto o non lo ha convinto, se ha perso ore e ore di tempo per segnalarvi anche la più piccola virgola fuori posto anziché andarsi a fare una passeggiata o guardarsi un film su Netflix, che invidia dovrebbe mai avere? Poteva tranquillamente dirvi: “non mi è piaciuto” e chiudere il vostro scritto al primo capitolo. Quindi attenzione, rispetto per chi vi legge e vi critica. 

E dopo aver letto e metabolizzato le critiche, tornateci a lavorare su. Magari lasciate sbollire prima un po’ lo shock di non esservi sentiti rispondere che quello che avete scritto è il capolavoro del secolo. Nessun capolavoro “del secolo” è mai uscito tale alla prima botta.

Un romanzo non si scrive in un mese.

In un mese è possibile scrivere una trama da Punto A a punto F passando da B, C, D ed E. Ma poi inizia la revisione. E l’editing, e la correzione di bozze. 

Ma questa è un’altra avventura.

Buon viaggio! 

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