INTERVISTA A FABIO MUSATI SULLA SCRITTURA:

Intervista A Fabio Musati, Scrittore, Vincitore Premio Teramo 2007, A Cura di Marianna De Lellis:

Conosco Fabio Musati da qualche anno, e so che è il classico “tipaccio”: di poche parole, leggermente irascibile, narcisista (però lo ammette, con serenità)… per di più alto e barbuto. Quando ho davanti un suo testo, sbircio l’incipit, con una specie di timore: dove mi porterà stavolta? Perché a portare da qualche parte, Fabio porta sempre. A volte con le buone altre con le cattive, ma a qualcosa si arriva comunque e che lo si voglia o no. E soprattutto che l’autore stesso lo voglia o meno.

– E io non voglio portare da nessuna parte, perché dovrei sapere dove sto andando e non lo so mai, macchina inconsapevole trascinata da un carro di parole, messe dentro chissà quando, e come, e da chi, e perché. Sono sul carro, oppure legato dietro con una corda, trascinato come un peso morto nella polvere di carta che si alza mentre scrivo…

A portare da qualche parte, malgrado le tue intenzioni, sono le atmosfere dei tuoi racconti, nette, limpide, anche se calate in una giornata di nebbia milanese, i tuoi personaggi tridimensionali, scolpiti quasi… c’è poco da fare, quando leggo le tue storie so che non ho scampo: mi tocca seguirle.

– Non chiedo di meglio che lettori che mi diano la caccia, che stanino la mia voglia di raccontare, che si inventino trappole per mettermi sottosopra, invertendo il rapporto con me.

Mi piacerebbe istigare Fabio a parlare non tanto dei suoi scritti, del suo stile narrativo, dei sui percorsi creativi o ancor più dei suoi passi da esordiente verso il mondo dell’editoria…no, non lo farò parlare neppure del Premio Teramo 2007 che ha vinto col suo racconto “La Gabbia” (che racconto!!! Durante la lettura non sapevo se amare o odiare il protagonista, per certo avevo una sorta di affanno, un vago capogiro e senso di oppressione…come se stessi girando da ore su una ruota o vogando lungo un fiume… e ormai non mi è possibile più restare indifferente di fronte a qualunque libretto di istruzioni!… chi avrà la fortuna di leggere questa storia capirà cosa intendo)… Insomma Fabio, farei di tutto per non solleticare la tua vanità :))

– Ah, che peccato! Adoro parlare dei miei scritti, come di miei figli mandati in giro per il mondo, piccolo per ora. Adoro quei piccoli animali, creati per intrufolarsi nella mente di pochi o tanti lettori, che li facciano propri, li addomestichino in qualche modo, mettendogli il collare di casa, con scritto su il nome del nuovo padrone. Che angoscia, adesso che ci penso! Tornate a me, piccoli bastardi, dove andate?

Scherzi a parte…Quando penso a Fabio Musati “artigiano della scrittura” come ami definirti, penso a un narratore, uno che chissà perché e chissà per come passa ore del suo tempo a scrivere per narrare storie, vere, false, un po’ sì e un po’ no, talvolta surreali, talaltra iperreali, sempre comunque ambientate in situazioni in un certo senso sublimate….

– A scrivere se stesso, a provare a reinventarsi come ricetta di vita, o medicina del silenzio… <<<CONTINUA>>>


Consiglio vivamente di leggere tutta l’intervista, condotta egregiamente dalla nostra Marianna De Lellis/esteriade. Un dialogo sulla scrittura con Fabio Musati condotto in forma lieve e profonda, proprio nello stile di entrambi questi scrittori singolari e bravissimi.


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