SUL ROMANCE: DIECI DOMANDE A MARIA SVEVA MORELLI

12166653_966448420061261_619925458_nMaria Sveva Morelli si è dedicata alla narrativa da adolescente. Ha esordito come vincitrice del concorso “Un racconto fantasy per Napoli” indetto dalla casa editrice scrittura&scritture. Da allora ha fatto parte di diverse antologie, tra le quali “365  storie d’amore”, “365 racconti di Natale” e “365 storie d’estate” di Delos Book; “Racconti sotto l’albero” della Triskell Edizioni. Il suo romanzo breve “Un nuovo inizio” è uscito in e-book per la Triskell Edizioni.

Perché scrivere “rosa”? Com’è nata questa passione e/o determinazione a scrivere “romance” o “rosa”. Perché “rosa” e non un altro genere?Ho iniziato a scrivere perché mi sono resa conto di quanto mi facesse star bene leggere. Nel mio piccolo voglio tentare di ricambiare questo dono, sperando che anche le mie storie possano aiutare qualcuno, regalando qualche ora di distrazione. Il rosa è sempre stato il mio genere preferito, lo trovo come l’eredità delle fiabe per bambini. Il rosa è in grado di far sognare, di far credere ancora nel lieto fine. E poi ci sono i romance moderni, che infondono coraggio alle donne, dimostrano come anche le contraddizioni e le fragilità tipicamente femminili, in realtà, possano essere anche dei grandi punti di forza.

12166483_966450236727746_233630859_nIl genere “rosa” è quello che in campo editoriale vende di più e quello che suscita più pregiudizi: perché secondo lei?Le donne hanno voglia di sognare. Spesso non lo ammettiamo ma adoriamo quella sensazione di leggerezza che ci fa tornare bambine, amiamo la possibilità di aprire un libro e infilarci in una realtà diversa, in cui il principe azzurro è dietro l’angolo e con lui il “e vissero felici e contenti”. Per questo i romance vendono tanto. Purtroppo, ci sono persone che non si sanno trattenere dal giudicare i gusti altrui e additano ancora i romanzi rosa come “di serie B”. Ci si aspetterebbe che gli/le amanti dei libri siano persone mature, ma alcune sono ancora affette da inutile snobbismo. Sì, le commedie romantiche possono non essere alta letteratura, ma sono perfettamente in grado di veicolare messaggi importanti o di far riflettere i lettore su piccoli e grandi temi, ma lo fanno a modo loro, senza tanta ostentazione.

Quali sono le scrittrici/gli scrittori rosa italiane/i più importanti, attualmente, sulla scena editoriale secondo lei?Mi viene in mente Sveva Casati Modignani, anche se non è proprio romance. Ultimamente ci sono tanti altri nomi, come la coppia Flumeri-Giacometti, o Amabile Giusti, Cassandra Rocca, Diego Galdino. Sul web, poi, ci sono tantissimi altri nomi, come Viviana Giorgi, Fabiola d’Amico o, per gli M/M, Erin. E. Keller.

E quali le/gli scrittrici/scrittori stranieri? Per il romance straniero non si possono non citare nomi come Judith McNaught, Lisa Kleypas, Mary Balogh, Susan Elizabeth Phillips, Sophie Kinsella, e ultimamente Sarah McLean; un po’ fuori dal coro, ma spesso molto romantico, anche Marc Levy, alcuni citerebbero anche Nicholas Sparks, di certo sentimentale ma, anche qui, non proprio romance.

11997184_966450216727748_1270139167_nRomance: le regole per scrivere un buon libro “rosa”. Cosa funziona in un romanzo di genere “romance”? La prima regola del romance è il lieto fine, come in ogni favola che si rispetti. Poi ci sono delle tappe fondamentali, come protagonisti credibili, coerenti, nei quali ci si possa identificare, o dei quali ci si possa innamorare. E ovviamente il romance condivide le regole di ogni altro libro: come il rispetto della sintassi, della grammatica, ma anche di una trama precisa, di uno stile scorrevole…

Cosa cerca un lettore in un romanzo rosa? Io cerco una storia in cui perdermi. Devo riuscire ad astrarmi totalmente da me stessa per ritrovarmi nel romanzo. Cerco una trama da batticuore, con dei personaggi che mi facciano compagnia e mi strappino un sorriso.

Le idee, lei, come le trova? Le mie idee nascono dalla vita di tutti i giorni: il viso di un passante, un gesto visto di sfuggita, un aneddoto capitato a qualche amica. Inizio a ricamare su queste cose fino a che non si crea qualcosa nella mia mente, un abbozzo di trama o un personaggio. L’idea di base è la parte più semplice, tutto il resto poi è in salita.

Le regole sono fatte per essere trasgredite. E’ d’accordo? E’ possibile trasgredire alle regole del “romance”? Tutte le regole sono fatte per essere infrante. Ci sono romance che tendono ad essere più tragici, altri più riflessivi, oppure che affrontano situazioni atipiche. Infatti il romance si sta aprendo sempre di più a sottogeneri, come lo sport-romance o il romantic-suspense. Sperimentare, contaminare, non è un male, ma bisogna essere aperti alle critiche delle lettrici. E, credo, ci siano sempre dei confini da mantenere: se manca il lieto fine non siamo più in un romance.

12064403_966448383394598_1849951467_nDove va il romance? Cosa ne pensa della “deriva” LGBT e MM? Il romance si sta evolvendo con la società, segue, e a volte anticipa, le richieste dei lettori. Gli LGBT e gli MM sono molto richiesti, specialmente all’estero, ma pian piano si stanno affermando anche in Italia. Del resto, anche tra i più giovani, le storie yaoi spopolano, quindi non mi stupisce questo entusiasmo per gli M/M. Ho provato a leggere qualcosa ma non mi sono sentita molto coinvolta nelle vicende, non so se sia il genere a non essere adatto a me o, semplicemente, non erano le storie giuste.

Un consiglio a chi vorrebbe scrivere “romance”? Leggere, leggere, leggere. Secondo me questo è il consiglio fondamentale da dare a chiunque voglia scrivere. Chi scrive romance ha il privilegio di raccontare ciò che sogna, ciò che non ha mai trovato in libri altrui, quella trama che solo al pensiero fa accelerare i battiti del cuore. Può imbastire una storia che lo rispecchi e vedere come va, essendo sempre aperto al confronto costruttivo con i lettori.

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