#JESUISCHARLIE: A PARIGI PER UN DIRITTO “BANALE” MA NON COSI’ “PER TUTTI”

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Ho deciso di fregarmene delle polemiche, dei post sarcastici, di quelli che “Io non sono Charlie” e quelli invece che “Io lo sono e tanto!”. Ho deciso di esprimere quello che sento e che penso, e davvero, facchiu a tutti coloro che la pensano diverso da me.

Je suis Charlie. Perché? Perché odio la violenza che in questi giorni ha assediato città e negozi, televisioni e case. Odio il terrore che serpeggia tra tutti coloro che, ipnotizzati dal tubo catodico, guardano quelle immagini con sugli occhi una paura incredula: “è successo veramente?” “sta succedendo sul serio?”

Je suis Charlie e sono anche quelle persone nel supermercato Kosher, quella poliziotta che si è trovata per caso nel posto sbagliato ma che con il suo sacrificio ha probabilmente salvato bambini da un massacro. Sono tutte le persone di questo mondo, cattoliche, musulmane, buddiste, protestanti, scintoiste, animiste, atee, gay, bianche, gialle, nere, verdi e blu che vivono in questo pianeta e che hanno diritto di farlo in pace e senza crudeltà.

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pubblicata ora su Twitter

Je suis Charlie perché vorrei che ci fosse la libertà di dire la propria opinione, esprimere il proprio dissenso, denunciare la propria indignazione senza doversi trovare un kalasnikov puntato sul naso. Vorrei che ci fosse la possibilità di dire veramente “esiste la libertà di parola”, “esiste la libertà di espressione”, “esiste la libertà di stampa e di satira”. Posso non essere d’accordo sull’utilità e la correttezza di certe vignette, di certe provocazioni, ma voglio essere libera di poter dire “NON SONO D’ACCORDO” e poterlo fare senza morire trucidato e a bruciapelo.

Je suis Charlie perché vorrei poter guardare negli occhi i miei figli e sorridere loro, e non come in questi giorni, osservarli di soppiatto e con garbo e diplomazia dirgli sottovoce “ti prego, apri gli occhi, stai attento, quando passi da quelle parti, guardati intorno e se vedi dei movimenti strani, mettiti al riparo, scappa via subito”. Perché purtroppo così siamo ridotti.

Je suis Charlie perché vorrei esser libera di starmene chiusa in casa se ne ho voglia e uscire di casa a passeggio se invece mi pare, e come e quanto mi pare.

Perciò, non sono in piazza a Parigi, alla manifestazione, ma so che ci sono amiche e amici miei in quella camminata e vorrei esser con loro a camminare, a tenerli per mano, a sorridere e a cantare slogan.

C’è Mika, però. E c’è Doriand. Mika da tempo ha smesso di essere la mia Musa ma è diventato un più umano esempio da seguire e da ascoltare con ammirazione indefinita. Di lui parlavo il 23 gennaio 2013, due anni fa, in questo post, quando partecipò alla camminata per i diritti per tutti:
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Mika, le mie considerazioni di un Lunedi qualsiasi…

e oggi, a distanza di due anni, Mika è di nuovo a camminare, a Parigi, per rivendicare un diritto, banale, ma a quanto pare non così “per tutti” come sembrerebbe: la libertà di essere se stessi, di esprimere e di opinare. E di vivere. 

MikacharliGrazie, Mika, grazie Doriand.
Grazie Corinne.

State camminando anche per me.

6 Comments

  1. Intellettuali ed artisti mai come ora hanno il diritto ed il dovere di segnalare con nettezza quell’appartenenza culturale ai valori occidentali moderni che si traducono in modo pratico nella difesa del diritto alla libera espressione, affinché sia sempre possibile per tutti quanti scrivere, leggere, fare ed ascoltare musica, fare e ammirare ogni sorta d’espressione artistica.
    Oggi e sempre contro l’oscurantismo idiota, JE SUIS CHARLIE HEBDO.
    Una risata vi seppellirà!

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  2. Hai scritto parole completamente condivisibili. Ho scritto che violenza richiama vioelnza e qualcuno ha risposto che siamo in guerra. Ebbene io vorrei vivere in pace con chi mi sta intorno, anche se non sono d’accordo di come la pensano, di come vivono. Vorrei poterlo dire senza essere vittima dell’intolleranza altrui.

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    1. Infatti, Giampaolo. Vorrei poter dire “Non mi piacciono quelle vignette”, “non sono satira, sono solo volgarissime provocazioni” ma non per questo vorrei vedere gente che viene trucidata per questo e altra che mi attacca perché ho “osato” esprimere il mio dissenso. Vorrei essere sorella/fratello di tutte le espressioni religiose sulla terra, ma anche abbracciare chi NON crede, chi è ateo, e rispettarlo per ciò che è. E vorrei che chi ama, possa farlo indipendentemente dal sesso, dalla religione,stirpe, razza, nazionalità. Vorrei un mondo libero. Ma libero veramente. E invece, nel 2015, oltre dieci anni dal secondo millennio, mi sembra che stiamo vivendo un secondo medioevo. Forse più brutto e oscuro del primo.

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      1. Che altro aggiungere alle tua lunga risposta? Niente. Dobbiamo sperare che questo neo-oscurantismo, ammesso che il medioevo lo fosse, si dissolva come l’alba dissolve le tenebre. Ma le sensazioni non sono queste.

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